Madonna, ritardo da star
Roma - Arriva un’ora e mezza in ritardo. E canta venti canzoni, quasi tutte in playback. Perché quando canta dal vivo è tutta un’altra cosa, e non proprio in senso positivo.
Allo stadio Olimpico di Roma, dove Madonna apre il tour italiano che domani la porterà a Milano e sabato a Firenze, si trova di fronte a 42 mila persone. Tante ne hanno contate gli organizzatori. Il che, tradotto in numeri, significa un mancato sold out, perché la capienza dello stadio è di 60 mila. In pratica, il suo primo “mezzo pieno” in questo MDNA tour.
E lei ringrazia facendosi aspettare per un’ora e mezzo, mettendo a dura prova la serafica pazienza dei romani, che si sa, vivono con il quarto d’ora accademico di ritardo. Ma quando è troppo è troppo. E va bene cercare di ingannare il tempo facendo la solita, tradizionale, inutile, “ola” di rito. I fischi a un certo punto diventano inevitabili. Soprattutto quando sono quasi le dieci e trenta e sul palco stanno ancora passando lo straccio.
È buio pesto quando finalmente nostra signora decide di prendere possesso del palco triangolare, posizionato sotto la curva Sud, che lascia alle tribune laterali una visione solo parziale. Qualcuno si era già lamentato: «Abbiamo pagato 103 euro per non vedere un caz..».
Ma la delusione è anche altrove: complice una scaletta che lascia troppo spazio a canzoni nuove, i 42 mila dell’Olimpico, fra cui compaiono anche il capitano della Roma Francesco Totti e la moglie Ilary Blasi, non riescono mai a scaldarsi. Neanche quando Madonna urla “Italia ti amo” come un politico qualsiasi alla ricerca di un facile consenso. Ma l’Italia si aspettava qualcosa di più. Bravi i ballerini. Bravi i tecnici del suono. Bravi i coreografi. E Madonna? Mah.
Avrà pure la sua età e tutti i muscoli al posto giusto, ma vallo a spiegare a chi è arrivato a spendere 172 euro per vedere acrobazie e tante belle immagini sui video. Neanche il più classico dei “Vogue” accende più di tanto lo stadio. Ci vuole qualcosa di più. Il capezzolo l’ha già mostrato a Istanbul. La svastica a Tel Aviv. C’è sempre il Papa da attaccare, in fondo dorme a meno di un chilometro. Ma anche quello dopo tutto l’ha già fatto, un paio di anni fa, quando in questo stesso stadio decise di dedicare “Like a Virgin” al Santo Padre. Nessuna invettiva, nessuna polemica, nessun grido di guerra contro la Chiesa, come paventato e atteso da molti.
E allora tanto vale cantare: “Girl gone wild”, “Give me all your luvin”, “Papa don’t preach”, “Express Yourself”, “Like a prayer”, fino a “Human Nature”, quando finalmente la popstar dà una scossa al pubblico offrendo uno spicchio del suo lato B e ammettendo: «So che quando vengo a Roma mi piace vivere pericolosamente».
Introduce così anche “Like a virgin” in una versione quasi walzer, accompagnata dai violini, lenta e inesorabile, completamente rivisitata. Lei canta, mentre da dietro un ballerino la fa soffrire, stringendole troppo il corsetto. Finalmente lo stadio si risveglia. È il primo “Madonna, Madonna, Madonna” della serata, a quattro canzoni dalla fine. Poi arriva finalmente “Like a prayer”, uno dei brani che la regina del pop porta sempre in tour. Il pubblico sa che Madonna non può lasciare Roma senza la sua canzone. Ma l’onore del finale è di “Celebration”, tanto per lasciare che il pubblico faccia quattro salti a fine serata.
La scaletta è sigillata e studiata, le mosse imparate a memoria, anche la strizzatina d’occhio e lo sguardo voluttuoso sono sempre e comunque al punto giusto. Qualche gesto estemporaneo? Il capezzolo di Istanbul lo era. «Mi è venuto spontaneo, non era preparato», ha dichiarato lei. E il lato B di Roma anche? Sembrerebbe.
In attesa di sapere cosa mostrerà a Milano e Firenze, a occhio e croce non restano molte parti del corpo, Madonna ha già fatto sapere di aver scelto Firenze come luogo in cui girare il video del suo prossimo singolo “Turn up the radio”.
I fan la aspettando domani, consci che comunque vada non sarà una sorpresa. Sul web si può assistere già a quasi tutto il concerto, il piacere dello stupore non appartiene agli anni 2000. Resta solo il gusto di rivedere, dal vivo, quel che si è già visto sul proprio pc, tablet, iPhone, iPad e tecnologia restante.
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